Le storieporno della segretaria.. Mi chiamo Marina e sono una ragazza di 27 anni. Vivo e lavoro in provincia di Udine, in un piccolo paesino di 5000 anime.
Uno di quei posti tranquilli, dove tutto funziona e dove le persone si conoscono tutte.
Una di quelle comunità ,insomma,dove la vita scorre sempre su binari preimpostati e dove , per una ragazza piena di vita e con tanti sogni nel cassetto come me, diventa molto pesante vivere. Per questo motivo ho deciso di trasferirmi in una grande città e di cercare lavoro.
Le opportunità di lavoro , si sa, in una città grande sono molte ed io non ho avuto particolari difficoltà a trovare lavoro presso un grosso studio di consulenza aziendale.
Ricordo ancora il mio primo giorno. Spaesata e con tanti appunti presi su tutto quello che il mio lavoro comportava. I miei colleghi tutti molto gentili e disponibili ed io alla ricerca di un punto di appoggio soprattutto morale.
Ma a noi ragazze spuntano gli artigli proprio nei momenti in cui bisogna reagire e, nel giro di una settimana, mi ero già completamente ambientata. Il lavoro mi piaceva moltissimo soprattutto perchè mi consentiva di avere relazioni con la clientela.
Adoro il contatto con le persone e sono sempre stata una persona molto socievole. Anche con il mio datore di lavoro ho ,fin da subito, iniziato un rapporto di stima e di amicizia. Lui è un uomo di 46 anni, sposato e con figli. Un uomo molto affascinante che ha sempre una parole buona per tutti.
Con lui mi sono trovata bene fin da subito e mi ha sempre aiutata nei primi giorni in cui lavoravo per lui.
Fino ad una sera di novembre. Ero rimasta fino a tardi in ufficio perchè dovevo ricevere le telefonate di alcuni clienti . Avrei dovuto chiudere io alle otto circa e tornare a casa. Ma ecco che mentre ero ancora alle prese con le ultime chiamate il mio capo torna in ufficio.
Con la scusa di dover prendere alcuni documenti entra nella mia stanza. Il suo sorriso disarmante mi mette sempre di buon umore e, a quell’ora, ci voleva proprio un sorriso. Lui però aveva qualcosa da dirmi, me lo indicava a gesti mentre io parlavo con un cliente.
Finita la telefonata lui si venne a sedere sul bordo della mia scrivania e con il suo solito fare da amicone mi chiese se volevo andare a mangiare un boccone con lui. Sua moglie con i bambini erano dalla suocera per il week end e lui era tutto solo soletto a casa. Io non ci trovai nulla di male e anzi la situazione era per me, molto stuzzicante.
Mi piaceva molto come persona e una cenetta con lui, il venerdì sera, era proprio quello che ci voleva. Non nascondo di aver fatto anche qualche pensierino piccante su quel bel quarantenne tanto sicuro di se. Una ragazza giovane come me subisce molto facilmente il fascino dell’uomo maturo. Accettai quindi molto volentieri questo invito. Lui mi portò in un locale vicino l’ufficio.
Di solito nei giorni feriali facciamo la pausa pranzo in questo ristorante. Un fast lunch veloce ma la sera si trasformava in un bel posto, frequentato da tante coppie. Io mi sentivo molto a mio agio. Mi sentivo sicura con quell’uomo vicino a me. E lui quella sera non aveva occhi che per me. Una cenetta deliziosa con un uomo che sapeva conversare e tenere allegra e spensierata ogni discussione. Io ero proprio contenta di aver trovare quel posto di lavoro e quel capo.
Dopo cena,però, successe quello che, forse, non sarebbe dovuto succedere. Lui mi propose di andare a casa sua per guardare alcune cose che mi sarebbero sicuramente piaciute. Era molto misterioso ma aveva il sorrido, quel suo sorriso che mi faceva perdere la testa. Dissi di si e dopo circa mezz’ora eravamo seduti sul divano del suo salotto. Una scusa la sua, non aveva nulla da farmi vedere ma questo già lo avevo capito. La sua era una scusa per rimanere da solo con me.
Ed infatti mentre parlavamo delle prossime ferie e del fatto che mi avrebbe dato una settimana aggiuntiva perchè le stavo simpatica mi mise una mano sulla coscia. Era chiaro che ci stava provando. Un uomo che porta a casa sua una ragazza di venti anni più giovane di lui non può che volere una cosa.
Ma io non era in condizione di oppormi e ,forse, non volevo oppormi. Lo baciai prima io; un bacio casto sulla sua bocca. Lui mi abbracciò e ci siamo baciati di nuovo. Questa volta con la lingua ed in maniera molto appassionata, Io chiusi gli occhi e mi abbandonai completamente nelle sue braccia.
Lui mi fece sdraiare sul divano di pelle e con le sue mani esplorava il mio corpo. Mi toccava le tette e poi scendeva giù verso la mia fica. Io gemevo per il piacere intenso. Le sue mani calde e molto curiose esploravano il mio corpo e sentivo il cuore in gola.
Tutto ad un tratto, con un gesto preciso, mi sfilò le mutandine. Ero completamente nuda e lui sopra di me. Mi penetrò con un solo colpo preciso. Mi entrò dentro fino in fondo. Sentivo il suo cazzo farsi strada dentro di me ed ho gridato per il piacere.
Abbiamo scopato e poi di nuovo senza freni ed inibizioni. Mi ha fatto godere come non avevo mai goduto prima e poi mi è venuto di sopra.
Dopo quella fantastica sera abbiamo continuato ad avere una relazione basata sul sesso. Ogni volta che potevamo ci ritagliavamo mezz’ora per fare sesso.
Oggi compio esattamente due anni da quella sera e da quando ho una relazione con un uomo sposato.