Erano le 8 del mattino in uno dei quartieri della cosiddetta Roma “bene”, una delle poche isole felici della capitale dove non era difficile incontrare adolescenti felici e spensierate come Giulia, che quel giorno si era appena svegliata più raggiante che mai. Motivo? Ora era maggiorenne: era il giorno del suo compleanno ed aveva raggiunto i tanti agognati 18 anni.
Era felice, anzi strafelicissima, non tanto nel sognare i regali che le avrebbero fatto genitori, parenti e amici: un’auto solo per lei, vestiti, viaggi in paradisi tropicali, ma per la possibilità di festeggiare con le persone che l’amavano. Eh già, perché nonostante il suo essere ricca, Giulia era una ragazza tranquilla, dolcissima, timida, senza troppi grilli per la testa, come l’Alba Chiara cantata da Vasco Rossi.
Era arrivata a 18 anni senza aver mai baciato un ragazzo, presa in giro costantemente dalle sue amiche che si erano “date da fare” già da un po’. Motivo? “Lei credeva nell’amore romantico”, voleva che la sua prima volta fosse speciale e fare l’amore solo dopo il matrimonio, con la persona che avrebbe trascorso con lei tutta la vita. Un sogno romantico d’altri tempi che faceva ridere di gusto le sue amiche che la chiamavano figa di legno, passera morta, Albachiava e tanti altri “simpatici” appellativi che la facevano soffrire, almeno all’apparenza. All’apparenza?
Si, era tutta apparenza, perché in realtà Giulia custodiva un segreto che non aveva rivelato a nessuno, segreto che quella sera avrebbe potuto rivelare a tutti grazie ad un “insolito” regalo di compleanno che una persona a lei sconosciuta aveva deciso di farle, un autentico ricatto che l’adolescente stava vivendo con una strana gioia. Qual’era il segreto di Giulia? Era vergine e non aveva mai baciato un ragazzo, vero, ma era comunque una gran troia. Il motivo?
Come già detto non aveva mai baciato un ragazzo, ma di cazzi invece ne aveva baciati in quantità industriali e chi le aveva scritto quella lettera lo sapeva benissimo. Cosa????
Eh già, dall’età di 14 anni Giulia partecipava a gang bang in maschera in cui si lasciava sodomizzare con foga e spompinava con gusto grossi cazzoni mentre li stringeva nei suoi enormi seni: era un’Albachiara con il corpo e l’anima da maiala, un fisico irresistibile e seducente che lei nascondeva dietro maglioni slabbrati, labbra carnose da pompinara incallita che celava con l’assenza di rossetto, uno sguardo da maiala, occhi intriganti in grado di farlo divenire duro anche ad un monaco buddista 90 enne cardiopatico che lei nascondeva dietro dei bruttissimi occhiali da “secchioncella”. Aveva deciso di rimanere vergine perché i suoi erano molto devoti ed erano soliti portarla dal ginecologo per assicurarsi della sua integrità morale.
Sì, Giulia era un’attrice degna delle migliori dive di Hollywood, aveva ingannato tutti per 4 lunghi anni e ora grazie ad una lettera di uno “psicopatico” che diceva di essere riuscita a filmarla senza maschera mentre spompinava il cazzone di un uomo di colore per poi farsi sborrare in faccia, aveva deciso di rivelare a tutti la sua storia. Era come sollevata, avrebbe potuto finalmente gettare la maschera che portava con sé anche nella vita di tutti i giorni, rinunciando ad una doppia vita sempre più difficile da gestire: una santa fra i banchi di scuola e con gli amici, un’autentica maiala dove nessuno poteva vederla o meglio dove tutti erano d’accordo con lei. Dove?
Giulia teneva lezioni di equitazione, ogni pomeriggio alle 18 suo padre l’accompagnava in un maneggio fuori città per poi venirla a riprendere alle 20.30 in punto. Non a caso la ragazza era diventata una cavallerizza provetta. E lei cavalcava e come se cavalcava, ma non il dorso di un cavallo, ma grossi cazzoni. E qui infatti che avvenivano le gang bang a cui la ragazza prendeva parte, con uomini diversi di volta in volta. Un “teatrino hot” organizzato dal suo istruttore, che era riuscito a sedurla 4 anni fa fino a coinvolgerla in questi giochi piccanti. Lui era l’unico a conoscere la sua identità, eppure Giulia non sospettava di lui, in cuor suo sapeva che non era stato l’uomo che amava a scrivere la lettera. E chi allora?
Giulia non lo sapeva, ma l’avrebbe scoperto quella sera stessa, alle 22, nel locale in cui si festeggiava il suo compleanno, qualcuno l’avrebbe anticipata, senza darle la possibilità di rivelare a genitori, amici e parenti di essere una gran troia succhiacazzi dal culo sfondato.
Quella sera difatti entrando nel locale la ragazza non credeva ai suoi occhi: sui divanetti a forma di cazzo c’erano uomini e donne che davano il via ad orge e cazzi di gomma in tutto il locale. Al suo ingresso lo speaker l’accolse urlando: auguri a te Giulia, pompinara infaticabile, instancabile rotta in culo che tanto ci ha fatto sognare in questi 4 lunghissimi anni. A te vanno i nostri migliori auguri ed ovviamente tutta la nostra sborra!
Giulia era attonita, ma non ebbe neanche un secondo per rendersi conto di quel che gli stava succedendo che tutti gli invitati maschi si denudarono prontamente invitandola a scopare con loro. Fra questi c’era anche il suo amato ed integerrimo paparino, che mentre la invitava a spompinare il suo cazzone le rivelò che era lui l’autore della lettera, che aveva sempre saputo tutto, in quanto d’accordo con l’istruttore. La ragazza provò un sentimento contrastante dopo questa rivelazione, qualcosa a metà strada fra schifo, tradimento ed eccitazione, ma probabilmente era stata quest’ultima ad avere la meglio visto che la ragazza non mancò di succhiare il cazzo del padre con foga mentre sua madre la teneva per i capelli invitandola a ciucciare con sempre più foga e a fine serata decise di lasciarsi sverginare la figa da lui.