Ero lì in coda dal benzinaio in attesa che lui venisse a farmi il pieno. Purtroppo con questo tipo di “pompe” non sono mai stata brava, a pistole e tubi ho sempre preferito cazzoni dai 20 centimetri in su. Per fortuna quella mattina a farmi il pieno trovai un 20 enne di colore nero come la pece, ma con due occhi azzurri enormi, labbra carnose ed un fisico possente dal quale risaltavano le sue spalle enormi. Uno spettacolo della natura che sembrava guardarmi le gambe con fare sensuale mentre cercavo di spalancarle per dargli la possibilità di guardare le mutandine che spuntavano dalla mia minigonna dallo spacco vertiginoso. Un intenso gioco di sguardi fra noi, interrotto dal mio “salve, me la riempie tutta per favore? Ehm, volevo dire, potrebbe farmi il pieno?”
Lui sorrise con fare ambiguo e prontamente sporse la mano per prendere le chiavi, finendo per sfiorare la mia che tremò dall’eccitazione: ero terribilmente eccitata da quel ragazzo, oltre ad un corpo da favola aveva un certo non so che di selvaggio. Non a caso, mentre lui riempiva la mia auto non riuscivo a fare a meno di guardare la pistola che pompava con forza carburante, per poi guardare lui con desiderio, sognando che il suo cazzone facesse lo stesso nella mia figa, essere inondata da una sborrata copiosa dopo essere stata sfondata come una vera troia. Mentre fantasticavo, mi accorsi di uno strano rigonfiamento nei suoi pantaloni. Prontamente presi forza, scesi dalla macchina e mi avvicinai a lui iniziando a parlare del più e del meno. Terminato il rifornimento, mi chiese di seguirlo in ufficio per caricare i punti sulla tessera e io non me lo feci ripetere due volte, con la speranza di essere “caricata” da lui: un sogno divenuto realtà.
Appena giungemmo nello stanzino, lui mi disse che avevo dei bellissimi occhi, profondi e pieni di mistero e io in tutta franchezza gli risposi che con me non c’era bisogno di essere romantici e gli afferrai il cazzo con forza, gli sbottonai i pantaloni tirandogli fuori il cazzo per poi chinarmi sul suo gigantesco uccello per succhiarlo avidamente pompando con forza fino in gola.
Lui era eccitato ed impaurito allo stesso tempo, visto che avrebbe potuto perdere il lavoro se qualcuno ci avesse scoperto, ma era troppo arrapato per smettere di scoparmi in bocca mentre mi urlava: “lurida puttana italiana affamata di cazzi, magari a casa hai anche un marito e dei figli che ti aspettano, eh?! Scommetto che se hai una figlia diventerà più troia di te, magari un giorno porta anche lei che la sfondo”.
Ero offesa ma al contempo terribilmente eccitata dalle sue parole, forse aveva ragione: avevo un marito e delle figlie adolescenti ad aspettarmi a casa, nonostante fossi una gran troia, abituata ai tradimenti occasionali, mio marito mi credeva una tutta casa e chiesa, madre e moglie esemplare e le mie 2 figlie erano entrambi delle adolescenti timide e timorose della vita, ma iniziai a pensare che avrebbero potuto essere molto più ipocrite e troie di me.
Mentre mi perdevo in questi pensieri, lui mi sborrò in bocca inondami di sborra calda. Ingoiai ogni singola goccia ringraziandolo per il “ricco pasto” e promettendogli di tornare, anche se dentro di me sapevo che non avrei mai tenuto fede alla promessa, almeno credevo… Perché sfortuna volle che qualche settimana dopo mi ritrovassi con mio marito e le mie due figlie a quella pompa di servizio per un rifornimento. Avrei fatto di tutto per evitargli di fare rifornimento proprio lì, ma purtroppo l’auto era in riserva da diversi chilometri e rischiavamo di rimanere in strada. Purtroppo per me anche quella mattina c’era quel favoloso nero a cui avevo ciucciato il cazzo con foga, che vedendomi accompagnata fece finta di niente, ma avvicinandosi alla macchina per prendere le chiavi, fece scivolare un bigliettino nella mia tasca senza che nessuno si accorgesse di nulla. Terminato il rifornimento salutò cordialmente, feci altrettanto ipocritamente eccitata e terrorizzata al pensiero di quel bigliettino che avrei potuto leggere solo una volta a casa.
I miei timori erano fondati. Sul bigliettino c’era scritto: “so chi sei, il nome di tuo marito e dove vanno a scuola le tue figlie, che per la cronaca sono delle gran troie come la madre, visto che il mio fratello di 18 anni se le scopa entrambi da un po’. Se non vuoi che ti sputtano con quel frocio di tuo marito vieni in compagnia di quelle zoccole delle tue figlie alla pompa di benzina ogni mercoledì dopo le 19,00 tanto quel frocio impotente del tuo maritino a quell’ora è ancora a lavoro”.
Mi sentivo sotto scacco, non potevo sottoporre le mie figlie ad un così subdolo ricatto, erano delle ragazzine, troie quanto la loro madre stando a quanto affermava quell’uomo, ma non avevano colpe, ero stata io a comportarmi da puttana. Eppure mi convinsi a parlare loro, non potevo fare altrimenti, non avevo mai lavorato in vita mia, mio marito mi manteneva da oltre 20 anni, riempiendomi di regali costantemente. Rimasi molto sorpresa quando nel sentire la mia storia iniziarono a ridere, dicendo che non c’era alcun problema, che avrebbero succhiato volentieri il cazzo del fratello maggiore di Jafar, dato che la sua nerchia nera era famosa in tutto il paese.
E fu così che ogni mercoledì in compagnia delle mie figlie mi recavo alla pompa di benzina. Tutte insieme appassionatamente a ciucciare il cazzo e a farci sfondare il culo fra una lesbicata e l’altra, eccitate dalla situazione ma impaurite dal potere che quell’uomo aveva su di noi e timorose di non riuscire a rincasare prima che Gustavo, mio marito, tornasse da lavoro, per continuare la solita farsa della famiglia perfetta.